Quando l’affitto si sposa con la compravendita (matrimonio difficile)
Pubblicato su Feb 14, 2013
N el mondo immobiliare delle compravendite, negli ultimissimi anni si sente sempre più parlare di “affitto con riscatto”.
Il sopraggiungere della crisi ha costretto le parti attive del mercato, venditori (soprattutto costruttori) e acquirenti a trovare una formula “ibrida” della compravendita che consentisse, da una parte, di ovviare ai grossi problemi di accesso ai finanziamenti (l’intento è quello di posticipare la richiesta di mutuo a tempi migliori), dall’altra alla conseguente crisi dovuta allo stallo delle vendite.
Non c’è una modalità unica nel portare avanti questo tipo di compravendite. Il sistema più usato è forse lo stipulare un contratto di locazione classico della durata di quattro anni, con un canone un po’ più alto del normale (dal 10 al 30%). Contemporaneamente le parti firmeranno un’opzione di acquisto sull’immobile stesso. A questo punto sarà l’acquirente a decidere quando esercitare l’opzione: normalmente se si procederà alla compravendita prima dei 2 anni, tutto il canone d’affitto pagato fino ad allora, varrà come acconto prezzo. Concludendo l’affitto più tardi negli anni, il canone pagato verrà scorporato in percentuale sempre minore con il passare del tempo. Ovviamente tutto ciò fa parte della trattativa tra le parti e può variare da caso a caso.
Comunque a parte il gran parlare di questa nuova metodologia, alla fine gli affari conclusi fino ad ora, sono stati rari. Vuoi perché le compravendite divengono molto complicate (spesso con erogazioni di fideiussioni) sia come trattativa che come impostazione dei contratti, vuoi perché, quando il venditore è un privato, spesso c’è un forte sospetto di fronte a cavillosi accordi, ma anche perché a volte gli acquirenti stessi non sono economicamente in grado ad esercitare il diritto di opzione per la compravendita, i casi di conclusioni effettive di questi tipi di contratti sono veramente rari.
In ogni caso chiunque volesse affrontare questo tipo di trattativa è bene che per la parte contrattuale si affidi al proprio avvocato di fiducia, perché la materia è piena di incognite e molto… “scivolosa”.
Per approfondimenti questo link porta all’articolo de “Il Sole 24ore“